Progetto di Corrado d’Elia e Sergio Maifredi
Prodotto da Compagnia Corrado d’Elia e Teatro Pubblico Ligure,
in collaborazione con Associazione Teatri Possibili
UTOPIA
dal greco οὐ τόπος «non luogo»;
«il luogo che non esiste»
Faber est suae quisque fortunae
«Ognuno è artefice della propria sorte»
Viviamo oggi tra mille stimoli e rapidissimi cambiamenti, nell’era delle fake news e dell'informazione immediatamente accessibile.
Siamo più veloci, più scettici, ma anche più frastornati e più disillusi.
Siamo attendisti e impauriti, noiosamente pratici e abitudinari.
Percepiamo l'illusione e i sogni come pericoli, siamo saturi di frustrazioni, evitiamo le responsabilità e non osiamo rischiare.
Per un attimo, durante il primo lockdown, abbiamo creduto di diventare una società migliore. E' stato un istante, un'emozione collettiva, fugace, irrazionale, ma in quell'attimo abbiamo percepito la vertigine dell'impensabile, dell'indicibile. Cambiare il mondo era possibile, necessario, e potevamo plasmarlo a nostra misura. Un cambiamento radicale, verso quello che desideravamo, che sentivamo. Abbiamo così sperato di cucirci addosso una prospettiva diversa, migliore, più completa, più vicina a noi. Abbiamo catapultato in avanti la nostra vita. Ed è stato un momento emozionante.
La sensazione non era nuova. Da adolescenti tutti abbiamo pensato possibile cambiare il mondo, pieni com'eravamo di desideri, di sogni, di progetti, di una misura ideale della vita, che ci potesse restituire a pieno il senso di ciò che eravamo, di ciò che cercavamo, di ciò che volevamo diventare.
Da artisti, da uomini di teatro, forse meglio di altri comprendiamo questa dimensione.
Sogno e l'ideale sono infatti sempre con noi. Abbiamo fatto e facciamo ogni giorno scelte ardite e rinunce, condizionando la nostra vita al nostro lavoro. Conosciamo bene il momento della scelta, dell'ora o mai più, quel tuffo verso l'incerto, l'ignoto, l'irreversibile. Il nostro folle volo: vivere in un mondo in cui Amleto ed Edipo, Romeo e Giulietta, Riccardo III e Cirano, Pinocchio e Odisseo sono vivi ne più e ne meno quanto lo siamo noi.
Per questo vorremmo parlare di Utopie. Ripartire proprio da qui. Ribadire, con questo progetto, il ruolo centrale dell'utopia e del sogno nella vita di tutti i giorni. Utopia e sogno, il sale della vita.
Oggi, più che mai tutti abbiamo bisogno di sognare, di pensare e di progettare il nostro futuro, un diverso domani. E per farlo abbiamo bisogno di esempi e di modelli positivi, una contaminazione costruttiva, speranzosa e futuribile, che guardi oltre alla realtà che ci circonda, al momento ferma, chiusa, fatta di divieti e di barriere, di restrizioni e di impedimenti.
Apriremo una finestra su chi ci è riuscito, su chi ce l'ha fatta, chi l'ha realizzata e ogni giorno la tiene viva. Daremo esempi di speranza, di forza e di desiderio.
Parleremo di chi non si è arreso, di chi ha lottato, chi ha messo in discussione quello che aveva, di chi ha abbandonato il lusso per l’essenziale.
Della scelta sempre controcorrente, del percorso nella foresta e non sul sentiero battuto.
Il Giardino delle Utopie è tutto questo, una serie di storie e di incontri online e dal vivo ogni giovedì alle ore 19.
Esempi, visioni del mondo, da seguire, da realizzare, per dare vita al nostro “luogo che non esiste”.
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